Esercizio PROPRIOCETTIVO, cos’è e quali benefici porta?

Descrizione

La propriocezione è definita come la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista; quindi il concetto di propriocezione ha una grande importanza nella vita quotidiana perchè sta a alla base del movimento umano.

Cos’è la propriocezione

La propriocezione è una forma di percezione del proprio corpo che si avvia dai terminali nervosi attraverso i segnali che provengono sia dall’interno sia dall’esterno al nostro organismo.

Le cellule adibite a riferire le informazioni sono dette meccanorecettori

Questi ricevono gli stimoli da differenti parti del corpo umano quali muscoli, tendini e da tutte quelle strutture che sono in grado di inviarli al cervello attraverso il midollo spinale.

I meccanorecettori, quindi, funzionano da trasduttori fisiologici che hanno il compito di riportare le informazioni propriocettive.

Le terminazioni nervose che forniscono le informazioni prendono il nome di propriocettori, ovvero gli elementi che stanno alla base di due atti fondamentali per l’uomo:

  • l’equilibrio
  • il movimento

A cosa serve la propriocezione

I meccanismi di controllo neuromuscolare ci permettono di muoverci (sensibilità cinestesica), sono mediati da specifici recettori e rappresentano i principali sistemi di:

  • controllo propriocettivo statico;
  • controllo delle articolazioni;
  • controllo propriocettivo dinamico.

Un buon controllo propriocettivo è indispensabile per evitare situazioni di eccessivo stress sia a livello articolare sia muscolare, aspetto che può portare a traumi.

L’allenamento propriocettivo

La propriocezione influisce su molti aspetti del movimento, quali:

  • la qualità del movimento;
  • la prevenzione;
  • la riabilitazione;
  • la prestazione nello sport.

Per muoversi bene e quindi, prevenire infortuni, recuperare correttamente da situazioni post operatorie o esprimere la migliore performance nello sport occorre avere una buona percezione del proprio corpo e dei propri movimenti.

Per questo il training propriocettivo assume un valore fondamentale, alla base di ogni movimento umano.

La propriocezione nella riabilitazione

In qualsiasi protocollo riabilitativo la propriocezione è fondamentale.

In seguito ad un infortunio, ad un’operazione e a tempi lunghi di immobilità il soggetto deve:

  • ristabilire quei canali informativi dei propriocettori interrotti dal trauma;
  • riacquisire le proprie capacità sia in posizione statica sia in situazioni dinamiche.

Spesso infatti viene alterato il già delicato equilibrio a livello recettoriale e ciò comporta un errato controllo motorio delle articolazioni coinvolte.

Massimo controllo del gesto e della sua qualità sono alla base del training propriocettivo.

Tra i problemi più diffusi nell’ambito del controllo propriocettivo ci sono quelli che interessano l’arto inferiore.

I deficit a livello propriocettivo giocano un ruolo fondamentale, in modo particolare nella stabilità della caviglia che influenza sia le abilità di equilibrio sia la qualità del cammino.

Come impostare un protocollo propriocettivo

Per costruire un training propriocettivo è necessario coordinare tre diversi livelli del sistema nervoso centrale (SNC):

  • spinale, necessario per un controllo riflesso;
  • tronco celebrale, necessario per le afferenze vestibolari;
  • a livello corticale, indispensabile per una corretta ricostruzione dei feedback propriocettivi intrinseci.

La propriocezione nello sport

La pratica sportiva implica la massima attenzione alla qualità del gesto motorio per:

  • ottenere la massima performance,
  •  evitare traumi ed infortuni.

Ad esempio, pensando alla sensibilità propriocettiva della caviglia, il training è fondamentale per:

  • danzatori/danzatrici,
  • calciatori,
  • pallavolisti,
  • giocatori di pallacanestro,
  • runner e marciatori,
  • sciatori.


Il training si basa su sollecitazioni controllate ed applicate alle articolazioni e utilizza sia esercizi in scarico sia in carico naturale.

Gli esercizi vanno svolti in appoggio sul terreno o su piani oscillanti di varia difficoltà, come:

  • tavolette propriocettive,
  • skymmi,
  • tappeti elastici,
  • bosu ecc.

Come si eseguono gli esercizi propriocettivi

Tutti gli esercizi propriocettivi devono essere svolti a piedi nudi soprattutto nelle prime fasi, mentre per intensificare l’allenamento è possibile eseguirli:

  • ad occhi chiusi;
  • in abbinata ad altri esercizi (Dual Task Training).

Infatti l’equilibrio è controllato anche dalla vista e dall’apparato vestibolare, che ricevono le informazioni dal mondo esterno e che, con i propriocettori, danno le informazioni esatte sulla posizione del proprio corpo nello spazio.

Gli esercizi ad occhi chiusi sono utilizzati per limitare le informazioni entranti e quindi allenare i i sistemi d’informazione dell’equilibrio, costringendo l’atleta ad essere più sensibile agli altri canali d’informazione rimasti operanti.

La valutazione della sensibilità propriocettiva

Sia al rientro da un infortunio o dopo un’operazione chirurgica, sia nell’allenamento dello sportivo, la valutazioneè il primo passo per costruire un training propriocettivo.

Occorre che il fisioterapista e/o il personal trainer valuti nel soggetto:

  • la sensibilità propriocettiva generale,
  • l’equilibrio statico bipodalico (su due piedi),
  • l’equilibrio statico monopodalico (su un piede solo),
  • l’equilibrio dinamico bipodalico,
  • l’equilibrio dinamico monopodalico,
  • il controllo del tronco e di tutta la parte superiore del corpo.

La tecnologia è funzionale a questa fase molto sensibile e aiuta il professionista a oggettivare lo stato di salute del soggetto quantificando questi aspetti del movimento con i dati scientifici.

A partire da un report della condizione iniziale di un paziente o di un atleta è possibile costruire un protocollo di esercizi propriocettivi specifici integrati a quelli utili agli altri aspetti del movimento funzionali alle singole esigenze di ciascuno.

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